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Petra Storia

La Storia di Petra e l’Ascesa dei Nabatei

La storia di Petra  inizia Con l’arrivo dei Nabatei nella provincia di Edom, antica terra degli Edomiti, Petra divenne nel V secolo a.C. la capitale del regno nabateo. Questo popolo, dalle origini incerte, costruì il proprio impero sul commercio carovaniero, estendendo la propria influenza su vasti territori. I loro domini si estendevano da Hegra (Madain Saleh) in Arabia Centrale, lungo la rotta per la Mecca, fino a Wadi es-Sirhan a est, tra il Golfo Persico e la Siria. A nord, il regno comprendeva le fertili pianure dell’Hauran, con capitale Bosra, mentre a nord-ovest il dominio si estendeva sul Negev, includendo porti strategici come Gaza e Al-Arish.

I Nabatei e gli Edomiti

Nel VI secolo a.C., il territorio nabateo fu invaso da tribù arabe che controllavano il commercio delle spezie. Per assicurarsi la loro supremazia, i Nabatei pagavano un tributo di 1.000 talenti di incenso (circa 27 tonnellate) al re di Persia Cambise (530-522 a.C.). Tuttavia, le infiltrazioni nabatee nelle terre di Edom e del sud della Palestina non avvennero con violenza: le evidenze archeologiche dimostrano una continuità nella produzione ceramica e nelle pratiche religiose. Alessandro Magno, durante l’occupazione di Gaza, trovò un’immensa quantità di mirra e incenso, segno della ricchezza della regione.

Petra - Storia - i nabatei

David Roberts 1839

 La prosperità dell’Arabia attirò le mire sia dei Greci che, in seguito, dei Romani, scatenando lunghe lotte per il controllo del commercio orientale.

I Nabatei e i Greci (312-64 a.C.)

Dopo la morte di Alessandro Magno, il suo impero fu lacerato dalle lotte tra i suoi successori. Nel 312 a.C., il generale Antigono, nel tentativo di consolidare il proprio dominio, ordinò al suo luogotenente Ateneo di attaccare i Nabatei e saccheggiare le loro ricchezze. Approfittando dell’assenza degli uomini impegnati in una fiera, Ateneo saccheggiò la città e si ritirò con un bottino di 500 talenti d’argento e grandi quantità di incenso e mirra. Tuttavia, i Nabatei reagirono con una feroce imboscata notturna, sterminando le truppe greche.

Diodoro Siculo (I secolo a.C.) descrisse i Nabatei come ancora nomadi e parlò della loro “rocca” di Petra, situata sulla montagna di Umm al-Biyara. Gli scavi archeologici hanno rivelato tracce di insediamenti edomiti risalenti all’VIII-VII secolo a.C. Nonostante ulteriori tentativi da parte dei Greci, i Nabatei resistettero con successo, dimostrando una grande capacità di adattamento e difesa.

I Nabatei tra Egizi e Seleucidi

Alla fine del III secolo a.C., i Seleucidi di Antiochia tentarono di riconquistare la Siria e la Palestina. Antioco III il Grande invase queste regioni tra il 219 e il 217 a.C., sconfiggendo Pella e le tribù arabe, inclusi i Nabatei. Nel 198 a.C., il regno nabateo fu coinvolto nei conflitti tra Giudei e Seleucidi, mantenendo comunque una certa autonomia. Nel 163 a.C., offrirono aiuto a Giuda Maccabeo per sostenere la resistenza ebraica.

Areta II e, successivamente, suo figlio Obodas I, riuscirono a rafforzare il potere nabateo. Obodas I conquistò Gaza e sconfisse l’esercito seleucide di Antioco XII, morendo nell’85 a.C. e venendo sepolto a Oboda (odierna Avdat, nel Negev). Gli succedette Areta III, detto il Filhelleno (85-62 a.C.), che consolidò il regno.

Petra e i Romani

Nel 64 a.C., Pompeo istituì la provincia romana di Siria, ordinando l’assoggettamento dei Nabatei. Sebbene le truppe romane non riuscissero a conquistare Petra, saccheggiarono i territori circostanti. Da allora, i governatori romani smorzarono le loro pretese sulla città. Nel 47 a.C., Malicos I aiutò Giulio Cesare nella conquista di Alessandria, ma successivamente si alleò con i Parti, subendo ritorsioni da Roma.

Nel 31 a.C., Antonio incaricò Erode il Grande di punire i Nabatei per il mancato pagamento dei tributi. Malicos III fu sconfitto nei pressi di Filadelfia (odierna Amman). Dopo la sconfitta di Antonio e Cleopatra ad Azio nel 30 a.C., i Nabatei incendiarono le navi egizie nel Golfo di Suez.

Il Giogo di Roma

Con l’ascesa di Augusto, Roma intensificò il controllo sulle rotte commerciali, privilegiando il trasporto marittimo delle spezie, danneggiando così l’economia nabatea. Areta IV (9 a.C.-40 d.C.) portò il regno al suo massimo splendore, sviluppando l’architettura e mantenendo relazioni diplomatiche con i vicini, inclusa la Palestina.

Petra e Traiano

Nel 106 d.C., l’imperatore Traiano annesse il regno nabateo all’impero romano, trasformandolo nella provincia romana d’Arabia con capitale Bosra. Petra mantenne un ruolo di prestigio, ricevendo il titolo di “metropolis”. Tra il 111 e il 114 d.C., fu costruita la Via Nova Traiana, collegando la Siria al Mar Rosso, ripercorrendo le antiche vie carovaniere nabatee e rinvigorendo il commercio terrestre.

Nel 130 d.C., l’imperatore Adriano visitò Petra, dimostrando il continuo interesse di Roma per la città. Nonostante ciò, Petra non ricevette gli interventi urbanistici che caratterizzarono altre città romane come Jerash. Nel III secolo d.C., sotto Diocleziano, Petra fu incorporata nella “Palestina Tertia”, segnando la sua definitiva integrazione nell’impero romano.