Il complesso noto come il tesoro del Faraone prende nome da un’antica leggenda, secondo la quale un faraone aveva nascosto un immenso tesoro nell’urna al centro della Tholos. Questo è il motivo per cui sono ancora visibili numerosi fori di proiettili, esplosi nel tentativo di alcuni beduini, di impadronirsi del tesoro.
E` ragionevolmente considerato il monumento più suggestivo ed il piu` celebrato della città nabatea. E’ in buone condizioni di conservazione grazie alla posizione interna rispetto alla montagna. La struttura imponente è divisa in due piani:l’ordine inferiore è costituito da un portico a frontone, decorato con sei colonne a capitello corinzio, con motivi floreali e i simboli della dea egiziana Isis: il disco solare fra due corni. Delle sei colonne, 2 di esse sono staccate dalla struttura retrostante; in rilievo vi sono scolpiti Castore e Polluce, nell’atto di guidare i loro cavalli, l’uno in direzione ovest e l’altro ad est.
Le sculture sono state danneggiate ad opera degli iconoclasti.Tuttavia decorazioni simili ricorrono spesso, sulla facciata. Il fregio della trabeazione presenta un alternarsi di sculture di racemi e volute con vasi e grifoni che si fronteggiano; il timpano ha nel centro una scultura mal conservata, che per alcuni rappresenta la testa di una Gorgone, mentre altri, vedono in essa, un’aquila con le ali spiegate.
Due leoni alati fungono da acroteri.
L`ordine superiore e` introdotto da una attico che presenta una fila continua di rosette.
Il secondo piano, è costituto di 3 strutture: un tholos, cioe`,una sorta di tempio-gazebo, con il tetto conico sormontato dall’ urna del fantomatico tesoro faraonico, ai cui lati due semifrontoni, sono sostenuti da colonne angolari. La statua al centro del tholos rappresenta la dea Isis che regge la cornucopia dell’abbondanza.
Alcune Amazzoni nell’atto di una danza di guerra, con delle asce in mano, ornano i semifrontoni, così come le due laterali della tholos. Nella parete di fondo due rientranze accolgono delle Nikai Alate.
La trabeazione del secondo livello presenta un fregio di ghirlande di foglie e ghiande, e, infine,quattro gigantesche aquile fungono da acroteri.
L’ interno dell’edificio è costituito dal : grande vestibolo, 14 metri di larghezza per 6 di profondita`; fiancheggiato da 2 piccole stanze, dal quale per mezzo di otto scalini si entra in una sala quadrata, che misura 12 metri di lato, comunicante su tre lati con stanze piu` piccole. I vani sono scevri di ogni decorazione.
L’ architettura riscontrabile nel Khasnè, e la delicata complessità delle decorazioni, riecheggiano la cultura ellenistica, Alessandrina; il monumento potrebbe essere stato edificato in onore di un re nabateo come Areta III il Filelleno, Oboda I oppure Areta IV.

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